Moto Guzzi The Clan
Storia

Le Moto Guzzi che hanno fatto la storia delle corse

Dalla C 2V alla mitica Otto cilindri, la storia di Moto Guzzi è costellata di moto e di vittorie. La prima è nel 1921, nella prestigiosa Targa Florio; da lì fino al 1957, momento del ritiro dalle competizioni, il palmarès del marchio dell’Aquila si arricchirà moltissimo. Tra le vittorie ci sono da segnalare 14 titoli mondiali velocità e 11 Tourist Trophy.

Ma quali furono le moto che portarono al successo la casa di Mandello? Scopriamole ripercorrendo la storia grazie alle pagine del libro “Moto Guzzi. Novant’anni di arte e tecnologia” di Mario Colombo. Nei commenti scriveteci qual è la vostra preferita!

 

 

  1. C 2V
    Disegnata nel 1923 da Carlo Guzzi, la C 2V (“Corsa 2 Valvole”) fu la prima moto Guzzi approntata espressamente per le corse. La sua prima grande vittoria fu al Giro Motociclistico d’Italia, corsa a tappe di 2.300 km con prove speciali.
  2. C 4V 
    Sebbene il telaio fosse molto simile, una delle differenze con la C 2V è la velocità: grazie a migliorie tecniche, la C 4V poteva arrivare anche ai 150 km orari (mentre il modello precedente raggiungeva solo i 120-125). Vinse la sua ultima gara nel 1932 con Carlo Fumagalli e poi non fu più fatta correre.
  3. 250 
    Nel 1926 vide la luce questa moto che si può considerare una versione ridotta della Quattro valvole (C 4V). Molte sono le vittorie che conquistò, tanto che la sua “carriera” sportiva durò più di 25 anni.
  4. 500 Bicilindrica
     Progettata per rimpiazzare la C 4V, questa moto vide la luce nel 1933 debuttando a ottobre con Omobono Tenni e ottenendo la sua prima vittoria con Primo Moretti, il 10 dicembre a Napoli. Fu utilizzata a lungo per le corse e, nel tempo, subì sostanziali modifiche. Smise di correre nel 1951, dopo la vittoria di Enrico Lorenzetti a Senigallia.
  5. 250 Compressore
     Lanciata nel 1938, la 250 Compressore si aggiudicò moltissime vittorie. Solo nel primo anno di gare, si aggiudicò 11 vittorie sulla pista di Monza. Nel 1939, i record raggiunti furono 16. Uscì di scena dopo 21 anni, nel 1959.
  6. Condor
    Presentata nel 1939 al Motosalone di Milano, questa moto raccolse grandi successi e vittorie. Ma già nel 1946, dopo la pausa della guerra, fu necessario potenziarla: nacque così la Dondolino. Quest’ultima replicò e aumentò il successo del modello precedente, sia in gara sia nelle preferenze dei piloti. Era molto agile e per questo riuscì a imporsi nelle competizioni.
  7. Albatros
    Progettato da Carlo Guzzi e dall’ingegner Carcano, l’Albatros fu lanciato nel 1939 e conquistò la sua prima vittoria nello stesso anno, al circuito di Losanna, grazie anche all’abilità di Enrico Lorenzetti. Le vittorie proseguirono fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Dopo, l’Albatros fu tenuto solo nella versione circuito e, grazie ad alcune modifiche, divenne praticamente imbattibile.
  8. Gambalunga 500
    Questa moto, progettata dall’ingegner Carcano, debuttò nel Circuito della Superba di Genova l’8 settembre 1946. In quel caso, il pilota Luigi Ruggeri fu costretto a ritirarsi per la rottura del magnete, ma già una settimana dopo, il Gambalunga ottenne la sua prima vittoria al Circuito delle Mura di Bergamo. Negli anni in cui fu prodotto, il Gambalunga fu oggetto di alcune modifiche, ma fu sempre riconosciuto come un mezzo affidabile, elastico e maneggevole. A guidarlo furono, tra gli altri, Lorenzetti, Omobono Tenni e Guido Leoni.
  9. Gambalunghino 250
    Furono le trasformazioni di Lorenzetti e Mastellari all’Albatros, che diedero vita – con l’approvazione dell’ingegner Carcano – al vero e proprio Gambalunghino nel 1949. Fra i piloti, italiani e stranieri, che la usarono per correre ci furono: Bruno Ruffo, Bruno Francisci, Gianni Leoni, ma anche Fergus Anderson, Mike Barrington e Tommy Wood.
  10. 4 Cilindri 500
    Questa moto nacque per rimpiazzare la Bicilindrica. L’ideazione e realizzazione fu di Carlo Giannini di Roma, aiutato dal figlio Giovanni Carlo e da alcuni tecnici. Dalla Capitale, la moto arrivò a Mandello nel 1952 e fu affidata a Lorenzetti e Anderson per i primi collaudi. Dopo un periodo di affinamento, la 4 Cilindri debuttò nel 1953 e il 9 maggio 1954 stabilì il nuovo record di velocità sul giro a 188,800 km/h.
  11. 250 Bialbero
    La casa di Mandello, alla fine del 1950, cominciò un periodo di sperimentazione sui motori e fu così che vide la luce questa moto, che subì nel tempo diverse trasformazioni. Quelli bialbero del 1953 montati su telai Gambalunghino e rivestiti con carenatura “a becco d’uccello” ebbero un buon successo nelle competizioni.
  12. 350 e 500 Bialbero
    Nel 1953 fu proprio la 350 Bialbero a conquistare il titolo di Campione del Mondo, che continuò a portare a casa fino al 1957, anno del ritiro dalle competizioni. Oltre alla potenza del motore, le sue qualità erano l’estrema leggerezza, maneggevolezza, stabilità e aerodinamica, studiata nella Galleria del Vento. Anche la 500 ottenne buoni risultati, vincendo anche il Campionato italiano nel 1957. Riusciva ad arrivare ai 240 km/h.
  13. Otto cilindri
    Qui si arriva a una delle moto più leggendarie e all’avanguardia dei suoi tempi. Gareggiò nel motomondiale in classe 500 nel 1956 e nel 1957. Stupiva soprattutto per le sue componenti tecniche: dall’albero motore, formato da otto manovelle a disco, al carter, in blocco fuso in electron, che incorporava le due bancate di cilindri.

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